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Nel mondo occidentale lo zucchero ha conosciuto per secoli usi marginali o fortemente caratterizzati - farmaco, conservante, spezia, condimento, decorazione -, e soltanto a partire dall'Ottocento ha avuto una crescente, straordinaria fortuna, divenendo uno dei principali prodotti dell'industria alimentare. In questo classico di cultura antropologica e di storia dell'alimentazione, Sidney Mintz indaga le ragioni che hanno portato questa sostanza a divenire da cibo esclusivo dei re ingrediente ricercato e costoso sulla tavola degli aristocratici, e quindi a componente essenziale della dieta del nuovo proletariato industriale. L'antropologo americano traccia un'ampia storia della produzione, della diffusione e del consumo dello zucchero in Occidente e analizza le trasformazioni più evidenti che esso ha indotto nella storia dello schiavismo, del colonialismo e dell'industrializzazione; ma si sofferma anche su quegli aspetti più reconditi che hanno portato lo zucchero a «penetrare i comportamenti sociali», aprendo prospettive inesplorate nel campo dell'antropologia delle società occidentali. Lo zucchero, secondo Mintz, ha contribuito largamente alla trasformazione del modo di vita e delle abitudini alimentari, conferendo all'idea di dolcezza un nuovo significato culturale.